Ci risiamo. Non si è ancora spenta l’eco delle inqualificabili menzogne di La Russa sull’azione di Via Rasella, che la destra locale trova l’occasione per attaccare la Resistenza e il suo significato di liberazione nazionale e sociale. È bastato che alcuni esponenti del centro-sinistra recassero omaggio al partigiano Valentino “Teppa” che ha compiuto cento anni, per scatenare l’ira funesta di vari esponenti della coalizione di governo, locale e nazionale.
Il riferimento all’eccidio delle carceri di Schio non è che un pretesto: l’eccidio di Schio fu un atto che va inquadrato nelle conseguenze di una guerra civile che aveva visto, da parte dei nazisti e dei loro alleati fascisti, l’instaurazione di un clima di terrore verso l’intera popolazione civile.
Dimenticare che i partigiani furono i liberatori dell’Italia dalla barbarie, illumina su cosa intendono i sostenitori della “pacificazione”: cancellare il passato equiparando le responsabilità dei massacratori con i liberatori, rivendicare una continuità con una “patria” oppressiva e ingiusta, che mandava gli ebrei e gli antifascisti ad Auschwitz.
Il polverone alzato dai neofascisti vicentini e dai loro solerti alleati della destra dimostra quanto abbiamo sempre sostenuto: il patto di concordia civica è una trappola in cui non si doveva cadere, uno strumento utile solo ai sostenitori della cancellazione della Storia. Allora c’era un’Italia sbagliata, quella dei fascisti e dei nazisti, e una giusta quella degli antifascisti e dei partigiani: a quest’ultima dobbiamo far riferimento anche adesso, per difendere non solo la verità storica, ma i diritti dei lavoratori, delle donne, dei migranti. Ora e sempre resistenza. Viva Teppa!
ENRICO ZOGLI, CAPOLISTA LA COMUNE